Il Quartetto del titolo è quello, famosissimo, del Rigoletto di Verdi, che inizia appunto con l’aria “Bella Figlia dell’Amore”… e così, infatti, è stata intitolata la commedia la prima volta che è stata presentata in Italia da Anna Proclemer, Lauretta Masiero, Mino Bellei, Mario Maranzana. Produzione Lucio Ardenzi; regia Patrick Rossi Gastaldi.

Ronald Harwood - Bella figlia dell'amore locandinaQuesta è una commedia a quattro protagonisti: quattro grandi, energici, irascibili, vulnerabili, divertenti ex-cantanti d’opera in una casa di riposo per musicisti lirici.

Poiché l’Italia è considerata la culla – e la patria – del Bel Canto -l’azione è stata trasferita nel nostro paese, ma l’adattamento della versione italiana si è limitato a questo, in quanto gli artisti (con le loro idiosincrasie e bizze) hanno caratteri universali.

E’ dai tempi del successo de “I Ragazzi Irresistibili” di Neil Simon che si è capito che le commedie con protagonisti anziani non debbono per forza essere deprimenti – e QUARTETTO ne è la prova del nove. E poi… anziani? Giulia dirà, sì – e con amarezza – che lei oggi è un’altra persona, ma Titta le ribatterà che non è vero – non è vero per nessuno di loro: “Siamo invecchiati – tutto qua. Ed è successo così in fretta che non abbiamo avuto tempo di cambiare. Io sono lo stesso ragazzo adorabile di sempre…”

Ed alla fine, cantando ancora una volta – magari con qualche “trucco” – il famoso quartetto, i nostri bizzosi quanto amabili “vecchietti” si riscopriranno davvero giovani e vigorosi come una volta.

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