«Scrivo storie che cercano la verità nascosta nei rapporti umani, dove passione, potere e memoria si intrecciano sul palcoscenico.»
Nato a Hamilton, Massachusetts, David Foley vive a New York, dove insegna scrittura alla NYU. Ha una formazione in fiction writing (MFA alla New York University), ma la sua vera passione è sempre stata il teatro. I suoi testi sono stati rappresentati negli Stati Uniti, in Europa e in Asia, e tradotti in varie lingue.
Le sue opere sono state pubblicate da Oberon Books e Samuel French. Ha scritto anche un romanzo, The Traveler’s Companion, disponibile in e-book, e sta lavorando a un secondo libro.
Ogni sua opera nasce dal desiderio di mettere in scena le tensioni più profonde dell’animo umano. Scrivere teatro per lui significa creare spazi dove emozione e pensiero possano incontrarsi.
Opere Teatrali:
- Sad Hotel (Tristi Alberghi) Una meditazione teatrale sulla vita e la morte, ispirata a Tennessee Williams. Nominato per l’American Theatre Critics Association New Play Award.
- Deadly Murder (Giochi di Morte) Thriller teatrale con colpi di scena in stile Hitchcock, pubblicato da Samuel French e nominato agli Edgar Awards (2008).
- Suffering the Witch (American Witch) – Un dramma su possessione e ossessioni, tra folklore e psicologia. Premiato e rappresentato in Belgio, ha anche avuto il Premio Southwest Theatre Association .
- Nance O’Neil Racconta la relazione tra l’attrice Nance O’Neil, conosciuta come la Bernhardt americana e Lizzie Borden, accusata (e poi assolta) di aver ucciso a colpi d’ascia il padre e la matrigna. Un dramma che intreccia teatro e storia americana, esplorando potere e desiderio.
- Cressida Among the Greeks Una rivisitazione del mito di Troilo e Cressida, con una protagonista che cerca la propria voce.
- The Last Days of Madalyn Murray O’Hair in Exile Ispirato alla vicenda dell’attivista atea più famosa d’America, mescola fatti reali (la sua improvvisa scomparsa con tutti i soldi della sua associazione) e fantasia teatrale (la vediamo finire su un’isola lontana, i cui abitanti, prendendola per una divinità, finiscono per mangiarla.
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