Recensione di Poker di Patrick Marber – THE STAGE

La recensione su THE STAGE di POKER (Dealer’s Choice) scritto e diretto da Patrick Marber al Donmar Warehouse di Londra (18 aprile – 7 giugno 2025)

“Eccellente quanto resistente al tempo” 

(29 aprile 2025)

di Laurie Yule

Foto: Helen Murray

Avvincente, frenetico revival della tragicommedia di Patrick Marber su poker machismo, compulsione e disillusione

Patrick Marber è diventato famoso recitando e scrivendo come membro della compagnia tuttora amata che ci ha regalato momenti indimenticabili di comicità televisiva negli anni ’90, come The Day Today e Alan Partridge. Questo dramma corale del 1995 è stato il suo primo lavoro significativo, ora brillantemente rimesso in scena dal regista Matthew Dunster a trent’anni dalla prima edizione.

Nella cucina di un ristorante, lo stressato cuoco Sweeney (Theo Barklem-Biggs) e lo svagato cameriere Mugsy (Hammed Animashaun) discutono ossessivamente della partita di poker che segue inevitabilmente il loro turno. Sweeney, padre separato, vuole saltare la partita di poker notturna in modo da poter portare fuori sua figlia il giorno successivo. Ma, in questo mondo tutto al maschile, il borioso cameriere Frankie (Alfie Allen) e il proprietario Stephen (Daniel Lapaine) non ci mettono molto a cospirare con Mugsy per trascinare Sweeney nel gioco. Quella sera vedrà anche l’inattesa presenza del giocatore d’azzardo Ash (Brendan Coyle), venuto per riscuotere un debito dal figlio di Stephen, Carl (Kasper Hilton-Hille).

Dopo un inizio serrato ed esilarante, sostenuto dalla simpatia e dalla comicità di Mugsy (Animashaun è agile e divertente, il suo personaggio è quello che più si avvicina ad un eroe in questa storia), assistiamo ad alcune convincenti scambi di recriminazioni tra Stephen e il suo figlio ludopatico, che spostano la commedia in una zona tra Partridge e Pinter: le risate non si esauriscono, ma c’è anche un’insanabile oscurità, in cui gli uomini sono profondamente nelle loro modalità abituali, impantanati nei debiti e condannati a ripercorrere ciclicamente le loro illusioni.

Dopo l’intervallo, la radicale trasformazione della scenografia di Moi Tran ci porta nel ventre sotterraneo del ristorante, dove un tavolo da poker girevole domina il seminterrato. Relazioni perdute, famiglie devastate, disperazione, falsità – tutto questo viene spinto al limite mano a mano che la partita procede.

Nel sound design di Holly Khan la musica è usata con parsimonia e deliberatamente ad alto volume. Frammenti di brani iconici hip-hop  degli anni ’90 spazzano via il mood di ogni scena dalla vostra mente per fare spazio alla prossima. È sorprendentemente efficace, anche se sfiora la violenza sonora. L’illuminazione, di Sally Ferguson, crea una suggestione da film di gangster  e i costumi di Tran sono perfettamente ordinari, squallidi e sciatti.

Marber, che ha confessato la sua dipendenza dal gioco d’azzardo, conosce quel mondo e quei personaggi in maniera approfondita. Il gioco è un appello appassionato, che alterna continuamente commedia e tragedia, il ritratto di un mondo dove ci sono gag in abbondanza ma nessun vincitore. È ancora fresco e moderno: lavoratori sulla soglia della povertà che sperano sconsideratamente che qualche penny cada dal cielo; creature compulsive che sabotano la propria vita. E Mile End Road ancora oggi non è una buona posizione per aprire un nuovo ristorante come quello che Mugsy vuole aprire prendendo in prestito i soldi di Stephen. Una produzione appassionante di un testo tanto eccellente quanto resistente al tempo.

https://www.thestage.co.uk/reviews/dealers-choice-review-donmar-warehouse-london-patrick-marber-alfie-allen-matthew-dunster

Dealer’s Choice di Patrick Marber al Donmar Warehouse, Londra 18 aprile – 7 giugno 2025

Regia di Patrick Marber

Nel cast: Alfie Allen, Brendan Coyle, Daniel Lapaine, Hammed Animashaun, Theo Barklem-Biggs, Kasper Hilton-Hille

Scene e costumi: Moi Tran

Sound Design: Holly Khan

Lighting Design: Sally Ferguson

 

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