Una donna, Und, è in attesa di un ospite. L’ospite è in ritardo. Un vassoio preparato per il tè oscilla avanti e indietro come un pendolo. Il tempo passa. Il tè si raffredda. Che lui non arrivi? Che lui l’abbia abbandonata? Lei rifiuta anche solo di prendere in considerazione l’idea e inventa per l’uomo scuse sempre più elaborate.
All’improvviso, la casa viene assalita da atti di violenza. Il campanello della porta viene suonato con cattiveria, vetri vengono infranti, lei sente odore di fumo, ordini vengono urlati. Und continua ad immaginare ragioni per giustificare l’assenza dell’uomo ed il proprio rifiuto della verità, e cioè che, lungi dall’ignorarla, è proprio lui che sta assediando la sua casa.
L’identità dell’Ospite atteso non è mai esplicitamente chiarita. Barker costruisce volutamente questa figura come un’entità ambigua, sospesa tra presenza reale e proiezione mentale. Un amante, un carnefice, un emissario della morte, un simbolo della memoria e del desiderio? In questa ambiguità risiede uno degli elementi centrali del “Theatre of Catastrophe” di Barker: il rifiuto di significati univoci e la tensione costante tra realtà e immaginazione, vita e annientamento.

Natalie Dessay nell’edizione parigina di UND
Il testo di Barker è un intenso studio su auto-inganno e plagio, speranza malriposta e violenza.
CAST: 1D
Disponibile per la lettura nella traduzione italiana di Antonia Brancati.

Melanie Jessop, la prima interprete del testo di Barker
BARKER, Howard
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