americaniliadIn realtà, l’autore stesso la definisce una “tragicommedia con musiche“.

Siamo nel 2000. Nixon ha 90 anni.

Sta pensando di scrivere un ultimo libro, che dirà la verità sul suo operato, e gli permetterà di pagare gli avvocati e ripianare i debiti: lo intitolerà Ritorno in Patria.

Un agente della sicurezza, Roberto, segue Nixon passo-passo, ma è troppo giovane per capire i suoi riferimenti.I pensieri di Nixon seguono le strade del ricordo e della fantasia, lungo le quali si incontrano anche i miti dell’America del ‘900: Chautauqua, Lindbergh, i Kennedy, la Monroe, Hoover…

Roberto ha l’impressione che Nixon stia morendo: gli dice che dei fotografi lo stanno spiando, e lui accetta di salire su una macchinetta da golf. Ma si riprende subito: vuole parlare con JFK, per chiarire la situazione, discolparsi, scoprire chi l’ha ucciso.

JFK ha 80 anni ed è in sedia a rotelle su un’isola greca. Nixon gli va incontro: vorrebbe sapere la verità, ma subito si indigna, la vera decadenza del paese è iniziata con JFK e la Monroe, e la colpa è di tutto ciò che è apparso sulla stampa scandalistica.

Nixon accusa JFK di essersi preso gioco dell’utopia di Chautauqua, un luogo dove ebbe inizio un tentativo di diffondere una maggiore educazione e cultura fra tutti gli americani, di qualsiasi razza e ceto sociale… e siamo di nuovo a Chautauqua nel 1900.

Nixon è il Capo Assemblea: ricorda l’amicizia fra bianchi e indiani e presenta Capo Alce Nero, un grande uomo che ha viaggiato per tutte le capitali d’Europa. Alce Nero ricorda il massacro di Wounded Knee.

Torniamo sull’isola greca: Nixon rimprovera a Kennedy di essere stato talmente bello da aver reso brutti tutti gli altri, e insiste affinché lui confermi che non può essere stato Nixon a farlo uccidere: anche se ha tratto un grande beneficio personale dalla morte di JFK. Nixon vuole che Hoover confermi come sono andate le cose, ma JFK gli dice che Hoover è morto.

Torniamo ancora una volta a Chautauqua: questa volta è Kennedy il leader dell’assemblea, e Nixon si presenta come Horatio Alger, l’uomo comune che vuole cacciare i sognatori dalla riunione: conta solo chi ha i soldi! Cantando, Nixon/Horatio invoca il petrolio, poi torna in sé: “Petrolio?”

Continuando il suo viaggio fra incubi e fantasie, Nixon richiama alla mente Hoover ed il suo amico/amante poliziotto, Tolson. Vorrebbe che Hoover gli dicesse cosa è veramente successo, ma inutilmente.

Nixon sogna allora di essere l’agente segreto che incontra Marylin la notte della sua morte: all’inizio lei si sente quasi protetta da lui… ma chi l’ha ammazzata? JFK sostiene che gli uomini come Nixon, gli uomini comuni hanno voluto che lei morisse. Ma Nixon vuole davvero sapere qual è la verità?, allora vada ad Harlem. Nixon non vorrebbe andarvi, ma ci si ritrova comunque, in un clima da guerra civile. Rivoluzionari e gente di strada gli fanno capire che lui è uguale a loro.

Nel suo delirio, ormai vicino alla morte, Nixon riconosce che l’America è finita nella merda, ma che è ancora un paese libero. Nixon muore.

Ma c’è ancora un’ultima immagine di Chautauqua 1900: dobbiamo prendere atto che il sogno americano di allora non si realizzerà mai, e che occorre trovare un altro sogno.

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