Vi presentiamo l’ultimo successo di Donald Freed. Già presentato a Los Angeles, lo spettacolo si trasferirà presto in Inghilterra, dove debutterà a York.

Un cast di tre – ma devono essere tre attori eccezionali!

Laura Keating è una giovane attrice che dopo aver seguito i corsi di un’ottima scuola di teatro si è ritrovata a fare del cinema. Sembra insicura. Ripete una battuta di Shakespeare, tanto per dimostrare che la conosce. Cita Tennessee Williams. Un giorno di questi potrebbe diventare Angelina Jolie, ma per oggi fa ancora parte della serie B.
Adesso ha ricevuto l’occasione di una vita: recitare il ruolo di Lady Macbeth a Broadway, di fianco a Liam Neeson. E’ un’occasione che potrebbe farla diventare una star. Ma può farcela? Ne ha il talento, la voce, la forza?
E’ per questo che la incontriamo nella casa hollywoodiana di Abigail Booth, centenaria discendente della grande e famosa famiglia di attori, per chiederle di aiutarla ad interpretare il ruolo di Lady Macbeth, e dirle anche, in tutta onestà, se pensa che Laura sia in grado di affrontare una simile impresa.
Abigail è ferocemente idealista, una Prospero su un’isola di sua creazione. Ha tentato, senza riuscirci, di creare un teatro Nazionale Americano, un impresa politica, e non solo culturale, perché, come dirà, “quando gli antichi Greci hanno perso il loro teatro hanno anche perso la loro democrazia”.
Laura offre ad Abigail la sua casa, ma Abigail risponde: “E’ la tua anima che voglio!” . Dopo molte suppliche, Abigail accetta di lavorare con Laura a giorni alterni; negli altri giorni, Laura dovrà lavorare con James Booth, nipote di Abigail (anche se la donna spesso lo chiama “figlio).
Il testo di Freed è integrato da innesti dei monologhi del Macbeth di Shakespeare – ed è attraverso le parole del Bardo che i personaggi rivelano le loro più profonde emozioni. Non mancano le affermazioni politiche: “Tomorrow” si svolge nel dicembre del 2000, e nello sfondo sentiamo notizie delle elezioni presidenziali e della decisione della Corte Suprema di attribuire la Vittoria a George Bush. Freed lascia intuire un parallelismo fra Macbeth che si impadronisce del trono uccidendo il Re e Bush che ha “rubato” la vittoria alle elezioni.
Il pubblico ha anche l’opportunità di assistere a due diversi modi attoriali di affrontare una interpretazione. Il lavoro con James è basato sulla tecnica e incentrato su voce, dizione, respiro, fisicità. Abigail si concentra invece sulla formazione del personaggio, sulle sue motivazioni e sul sottotesto delle battute. Il messaggio è che, almeno per quel che riguarda i grandi ruoli, le due strade vadano unite.
Mentre lavorano insieme sul Macbeth, Laura e la sua insegnante (o sarebbe forse più esatto dire maieuta?) creano un forte rapporto, tanto che a un certo punto, appoggiando la testa sul grembo di Abigail, Laura la chiama all’improvviso “mamma”.
Abigail si rende conto che non potrà mai – mai! – esistere un Teatro Nazionale Americano fin quando non esisterà un’Anima Nazionale Americana – e fino a quel momento, l’idea di un Teatro Nazionale, l’anima di quell’idea potrà vivere solo nella coscienza degli attori.

Cast: 2 D + 1 U

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