Secondo la SIAE, sono una Concessionaria. Tale risulto anche sugli elenchi delle pagine gialle: capita che a volte qualcuno mi telefoni per chiedermi ricambi di automobili!
All’estero, i miei colleghi non solo rappresentano gli autori nei confronti dei teatri, della televisione, del cinema (gli autori teatrali bravi sono più che mai richiesti in tutti i campi dello spettacolo), ma collaborano, coi loro consigli, alla messa a punto dei testi, o addirittura danno idee su quali argomenti trattare.
Da noi non è così. Gli impresari si fidano di noi quando dobbiamo acquistare diritti stranieri, ma non ci stanno a sentire se e quando parliamo di testi italiani e insistono – chissà perché – nella convinzione che solo gli autori stranieri garantiscano un incasso sicuro. Dal canto loro, gli Autori (oltre ad aver tutti scritto la Bibbia e non avere quindi bisogno di suggerimenti o osservazioni) vivono sulle amicizie, sui rapporti personali che già hanno con attori e/o compagnie – e il lavoro di un’agente non è richiesto.
Noi Concessionarie lavoriamo quindi molto per gli Autori stranieri – e niente per quelli italiani. Ho pensato: se non posso far niente per i nostri autori nel nostro paese, forse potrò fare qualcosa per loro all’estero. Da qui la versione in inglese del mio sito, che non è una pedissequa versione di questo: molti elementi sono comuni, ma altri no, perché nella mia infinita ingenuità ho pensato che il sito inglese (.com anziché . it) potesse davvero essere utile per presentare autori italiani all’estero.
Ma se da noi impera l’esterofilia, all’estero regna invece il protezionismo. Ho mandato a tutti i miei corrispondenti notizie di bei testi di ottimi autori italiani, e da Inghilterra e USA solo la flebile voce di una vechia agente: “Hai ragione: i nostri impresari disdegnano testi tradotti” – sai che bella soddisfazione! (… Qualche interesse invece da Germania, Ungheria e Grecia – speriamo!)
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