Edward è uno scrittore di teatro in crisi. Non ha superato la morte della moglie, avvenuta un anno prima. Il suo più caro amico, Alex, lo ospita nella soffitta di casa sua e lo sprona a dimenticare, a lasciar andare: oltretutto, a essere onesti, il loro matrimonio non era neanche il più felice… Perché non prova a conoscere altre donne? Gli potrebbe presentare lui una bella ragazza, Glenda, che fa l’attrice, proprio come sua moglie…Edward tenta di rifiutare ma le insistenze dell’amico lo costringono di malavoglia ad accettare.
Quella notte, prima dell’incontro con Glenda, Edward, novello Amleto, riceve la visita dello spirito della moglie morte, Ruby. Questa non si presenta in modo molto shakespeariano, al contrario: cerca di entrare da una finestra chiusa, ma non ci riesce, è costretta a chiedere l’aiuto del marito… Per di più Ruby ha conservato i modi burberi, schietti, il cinismo e l’arroganza di quand’era viva. Per non parlare del suo atteggiamento da diva decisamente sopra le righe. Però anche lei, come il padre di Amleto, è tornata dall’aldilà per una grande confessione: non è morta per aver accidentalmente mischiato cocktail e droghe, è stata assassinata ed Edward deve aiutarla a scoprire chi è stato!…
La moglie fantasma è un mix di Spirito allegro e Amleto. La figura di Ruby è esilarante, un fantasma molto distante dai soliti cliché. E il giallo… be’, riserva delle belle sorprese, con l’entrata in scena nel secondo atto di altri due personaggi: Frances, un’attrice non proprio giovanissima e Hedley, un attore pomposo, noioso e pieno di sé.
Messi da parte i toni più demenziali di altre sue opere, in questo caso David Tristram si concede di scrivere una commedia più classica, ma sempre molto divertente, piena di ironia, giochi di parole e di rimandi molto godibili col grande bardo. Per arrivare poi a un finale con un colpo di scena che lascia a bocca aperta… e che, naturalmente, scatena l’ilarità.
CAST: 3U+3D
Aggiungi Commento