Il devastante effetto del cyber bullismo è uno dei temi più scottanti di questa nostra era digitale e Jordan Tannahill, un giovane commediografo canadese (ha soltanto 27 anni), ha il coraggio di affrontarlo – senza nessun tipo di partigianeria – in questo suo testo.
Michael, un politico recentemente eletto in Parlamento, e Deborah, moglie prima di tutto e poi scultrice, sono una coppia sui 50 anni. E sono in attesa d’incontrare a cena nello loro bella villa, per la prima volta, Bill, Tamara e Curtis, loro figlio. Questa cena, fortemente voluta da Deborah, dovrebbe servire in qualche modo a mettere la parola fine al dolore e alle polemiche suscitate dal suicidio di Joel, l’unico figlio di Deborah e Michael, suicidio avvenuto dopo che Curtis insieme ad altri ragazzi ha perseguitato a lungo Joel sui social media.
La cena, dopo i soliti convenevoli di rito, entra nel merito e qui, i vari punti di vista sulla questione della ‘colpa’ – vero nocciolo della pièce – si rivelano. E le buone maniere borghesi lasciano il posto alla rabbia e al dolore, perché per arrivare alla pace e al perdono la strada non è mai così semplice.
Oltre ad offrire un intenso scavo psicologico dei personaggi, Tannahill, nella sua commedia, sottolinea anche la crudele immortalità offerta da YouTube e Facebook: quando Deborah e Michael scoprono che i buffi video postati da loro figlio – per i quali i suoi compagni di classe lo hanno preso di mira – sono ancora online, resteranno a dir poco sconvolti.
Il nocciolo cruciale del lavoro mette in risalto che le situazioni sono spesso più complicate di come appaiono a prima vista e se i personaggi sono tutti troppo desiderosi di affibbiare colpe, l’autore evita accuratamente questa trappola, lasciando trarre le proprie considerazioni allo spettatore. E nonostante il drammatico argomento riesce anche a trovare dei momenti umoristici.
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