L’azione si svolge in una fattoria dismessa, in Africa, ma potrebbe benissimo svolgersi in un qualche rudere o casale in rovina nell’entroterra pugliese o siciliano o altrove, purchè sia un luogo retrogrado, isolato, degradato e arso dal sole.
Sussie e Frikkie, fratello e sorella, vivono in una fattoria andata in rovina dopo la morte dei genitori, avvenuta in un momento indecifrato, anni prima. I due, rispettivamente di 34 e 30 anni, conducono la loro grama esistenza poco più che a guisa di bestie, hanno del tutto perso la cognizione del tempo, dormono insieme durante il giorno, in maniera incestuosa, per svegliarsi nel tardo pomeriggio e trascorrono il tempo reiterando giochi fanciulleschi di una certa crudeltà psicologica, attraverso i quali ricostruiscono avvenimenti del passato. In quei momenti Sussie agisce e parla come una donna matura, o meglio, come sua madre, e Frikkie come suo padre.
Un giorno, a turbare la loro quiete, arriva Grove, l’avvocato di una loro zia, che fa loro visita poiché la zia, vecchia e malata, è in procinto di morire e loro sono alcuni -forse gli unici- ipotetici eredi: il compito di Grove è quello di verificare il loro stile di vita per poi stendere un’accurata relazione. Grove appare subito scioccato dalle condizioni disdicevoli nelle quali Sussie e Frikkie vivono: la fattoria è in rovina e i due non sono in grado di badare quasi neanche a sé stessi.
Grove prende comunque informazioni sul perché la casa sia così spoglia e Frikkie gli spiega che l’unico modo per sopravvivere è il baratto: ogni mese viene un uomo del luogo che porta loro cibo, carta igienica e beni di prima necessità ed in cambio prende tutto ciò che vuole; questo il motivo per cui tutti i beni di famiglia non sono più lì, e finanche le tavole del pavimento sono state rimosse. Grove chiede perché non si siano attrezzati ad affrontare in qualche modo quella brutta situazione, magari vendendo la fattoria per trasferirsi in un altro luogo, ma Frikkie gli spiega come loro appartengano a quella terra: l’unica cosa possibile è aspettare, aspettare che qualcosa cambi, che piova dopo anni di siccità. Grove tenta invano di andarsene e tornare alla civiltà, ma qualcosa, o impedimenti umani o anche misteriose forze esterne, lo obbligano a passare la notte in quella casa.
Grove si rende conto che i due ragazzi hanno oramai perso il senso della realtà, e si azzarda a dire che forse dovrebbero prendersi un periodo di “riposo” in un luogo civilizzato; ma i due fratelli non la prendono bene: loro non si muoveranno mai di lì. Ma Grove dovrà fare comunque la sua relazione alla zia, e non potrà nascondere quello che ha visto.
Nel corso della notte, Sussie comincia a narrare all’esausto Grove un’ennesima storia del passato: c’era una tempesta di pioggia e lei, impaurita, si era rannicchiata a letto accanto al fratello, ma la madre era entrata e li aveva trovati così, l’uno tra le braccia dell’altro, e li aveva accusati di essere figli del demonio, li aveva messi in punizione per giorni, e aveva minacciato di spedirli in posti molto lontani tra loro. Non appena gli era stato possibile, Frikkie aveva raggiunto di nascosto la camera della sorella, e insieme erano andati nella stanza dei genitori dormienti, e poi avevano giocato il loro gioco meglio riuscito, spedendo i genitori in un luogo migliore, e seppellendo tutto intorno alla casa i pezzi mutilati dei loro corpi.
Grove è scioccato, non capisce, non vuole capire. Frikkie lo lega e lo porta di peso in cucina, mentre Sussie gli dice di aver fatto male a minacciare di cambiare il loro stile di vita.
Frikkie torna dalla cucina, completamente insanguinato e molto stanco, Sussie lo abbraccia, gli prepara il letto, ed insieme vanno a dormire, esausti dalla faticosa giornata
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