Gustav Mahler era un uomo pieno di contraddizioni. Era nato in Boemia nel 1860, in una regione che faceva parte dell’impero austro-ungarico, ma che era associata al movimento indipendentista cecoslovacco. Inoltre, Mahler era ebreo. Era un musicista, e voleva soprattutto essere un compositore, ma era invece valutato come grandissimo direttore d’orchestra. Il suo lavoro lo portava a lunghi viaggi per l’Europa, e l’unico tempo che gli rimaneva per quella che era la sua vera passione: il comporre – era quello delle vacanze estive.
Non stupisce, quindi, la sua frase famosa: “Sono tre volte straniero: come boemo in Austria, come austriaco in Germania, e come ebreo in tutto il mondo. Dappertutto un intruso – in nessun luogo il benvenuto.”
Gustav Mahler voleva con tutte le sue forze ottenere la posizione di Direttore dell’Opera di Vienna.
Nel 1897 – ed è qui che inizia la commedia di Harwood – sembra che quell’incarico potrebbe essere suo – se solo lui non fosse ebreo.
Senza neanche rifletterci un momento, Mahler si precipita a convertirsi al cattolicesimo – per convenienza – e non certo per convinzione.
… E perde la sua anima.
Mahler diventa Direttore dell’Opera di Vienna. Incontra la giovane Alma, una ragazza intellettuale, molto snob, che ha una scarsissima opinione della validità della musica di Gustav, non sopporta i suoi vecchi amici, ma non disdegna la posizione che lui può offrirle in società.
Si sposano.
Lui lavora come un pazzo per dirigere la sua orchestra – e continua la sua attività di compositore “estivo”.
A Vienna, Gustav Mahler viveva a pochi isolati di distanza da Sigmund Freud.
E’ storia che il compositore abbia fissato uno o due appuntamenti con il padre della psicanalisi – e che li abbia rimandati ogni volta all’ultimo momento. Solo una volta Mahler incontrò Freud: ad Amsterdam, in un giardino, per un appuntamento-consulto al volo.
Ronald Harwood ci dà una sua versione di quell’incontro, con Mahler che, usando un linguaggio strettamente psicanalitico, si autoanalizza per evitare che il Maestro della psiche gli riveli qualche insopportabile verità.
Siamo nel 1907. Mentre Gustav Mahler sta compiendo un tour concertistico a Berlino, Amsterdam e Francoforte, a Vienna si scatena un’intensa campagna antisemita per riuscire a mandarlo via dall’Opera di Vienna. La campagna raggiunge il suo scopo: nonostante il posto di Direttore dell’Opera sia un incarico a vita, Mahler si vede costretto a dare le dimissioni. Dopo un breve e tumultuoso periodo come direttore del Metropolitan di New York, Mahler si ammala e torna a Vienna, dove morirà nel 1911.
Nel testo di Harwood è indicato che il prete destinato ad accogliere la confessione di Mahler nel primo atto, e Sigmund Freud nel secondo atto (il religioso e il laico che inutilmente tenteranno di mettere il musicista a contatto con la verità profonda della sua anima) andranno interpretati dallo stesso attore.
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