ULISSE (L’Ultimo Inganno)

tramontoIl sipario si apre e noi ci troviamo nel Regno di Itaca. Oggi. In quell’ universo parallelo (degli infiniti possibili) in cui il mondo di Omero si fonde con la nostra realtà. Sono passati circa due anni dal ritorno di ULISSE in patria, dopo la sua odissea.
(Il richiamo alla Grecia antica come culla dell’Occidente non è casuale, perché proprio dell’Occidente – e dei suoi valori culturali in svendita – si vuol trattare.)

Tre i personaggi: Ulisse, re di Itaca; Telemaco, suo figlio; Femio, un cantore a cui è stata tagliata la lingua.

Ulisse – lui lo conosciamo bene: eroe acheo, uomo dal multiforme ingegno, famoso per astuzia e intelligenza – e per i suoi inganni – nella nostra cultura rappresenta l’uomo affascinato dall’ignoto, sempre teso a “seguir virtute e canoscenza”, ma anche sempre dilaniato dalla nostalgia di casa.
E’ tornato ad Itaca, si è sbarazzato dei Proci che volevano usurpare il suo trono, ha ripreso il potere. Ma il mondo è “out of joint” – fuori dai cardini – e neanche Ulisse – forse – sa come raddrizzarlo.
I Principi, gli Industriali, i Sacerdoti – i Poteri che agiscono dietro le quinte – insistono perché nel suo prossimo discorso alla nazione lui parli della necessità di combattere contro gli stati canaglia – primo fra questi la Persia – che minacciano di invadere Itaca e di travolgere la civiltà occidentale.
Ma Ulisse è stanco di guerre, forse è depresso, forse è stato reso folle dalla passata odissea – o forse finge? (del resto lo ha fatto altre volte): si presterà a fare quanto gli è richiesto?

Chi desidera ardentemente che Ulisse regni secondo il volere dei Principi è Telemaco, che fa da tramite tra loro e il padre. E’ un giovane in cui la spavalderia si mescola con lo stress e nasconde un’ansia tenuta abilmente sotto controllo, ma che si rivela a volte in certe azioni compulsive, come mettere in ordine anche dove non serve, o controllare più volte l’orologio.

Femio, il nostro terzo personaggio, è un uomo piuttosto anziano, ma compatto: ha l’aspetto di un ex-danzatore e conserva ancora una notevole agilità. Era un cantore famoso, ma poiché i suoi canti non piacevano al potere costituito, gli è stata tagliata la lingua. “Voleva risvegliare le coscienze – lui, un menestrello – pensava gli fosse permesso di blaterare qualsiasi verità.” Secondo Telemaco non c’è da stupirsi se l’hanno punito in quel modo: era una grandissima seccatura! Ma Femio non ha bisogno della lingua per farsi capire.

In realtà c’è anche un quarto personaggio – importantissimo – che però non compare mai in scena: è Penelope. Non compare perché non c’è: se n’è andata. Ma la sua assenza rende clamorose le sue ragioni.

Il testo ha vinto il Primo Premio Donne e Teatro 2014 con la motivazione. “Segnato da un forte spirito democratico di smascheramento del potere e dell’ingiustizia da parte di un Ulisse moralmente e politicamente rinnovato dopo il rientro a Itaca, attiva una denuncia edificante del degrado storico, etico ed economico dei nostri tempi, alla ricerca di una dimensione umana primigenia improntata all’armonia universale.”

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