Erica è annoiata. La sua vita era stimolante, esotica, con viaggi di lavoro in Africa e un lavoro eccitante. Ora, dopo il trasferimento a Londra, la sua vita è un susseguirsi di giorni noiosi trascorsi tra le mura domestiche. Poi, una mattina, incontra in cucina la nuova amica di sua figlia Jenny, Nadine. Improvvisamente, la vita diventa di nuovo interessante. Nadine, al contrario di Jenny, timida e riservata, è un’adolescente sarcastica e pungente, talvolta addirittura violenta. Tra Erica e Nadine nasce una bizzarra amicizia: la ragazza è affascinata da questa donna hippy e svagata, così diversa da sua madre, al contrario rigida e severa. Dopo l’ennesimo scontro con la propria famiglia, perché espulsa da scuola per aver rotto il braccio ad un ragazzo, Nadine si trasferisce a casa dell’amica, e lei ed Erica diventano confidenti. Le due parlano di tutto, anche di sesso, e Nadine, per la prima volta, si sente ascoltata, capita. Erica, che odia essere chiamata “mamma”, trova questa ragazza spavalda e acuta molto più interessante della figlia, e tra le due si instaura un vero e proprio legame.
Come il “cuculo” del titolo, uccello migratorio che depone le uova nei nidi di altri uccelli, Nadine si inserisce nella dinamica familiare di Erica e Jenny e la sconvolge. In Jenny, che è sempre stata una brava ragazza, iniziano a crescere sentimenti di rabbia ed esclusione, in una sorta di battaglia per gli affetti che avrà un finale imprevedibile.
“Cuckoo” – secondo atto di una trilogia dedicata da El-Bushra ai rapporti tra adolescenti e genitori – è una storia densa di questioni di classe, brave ragazze e cattive ragazze, rabbia e risentimento femminile, responsabilità e genitorialità.
Le ragazze adolescenti lottano per capire se stesse, ma la loro vita interiore è lucida e piena di possibilità. Al contrario, gli adulti o sono assenti fisicamente o nello spirito. gioca con i preconcetti: la mamma di Jenny si veste da hippy dimenticata dal tempo e le ragazze parlano esplicitamente di sesso (anche quando non hanno esperienza). In un certo senso, è un mondo che non c’è: le ragazze vivono in attesa di cose che ancora devono accadere e gli adulti ricordando glorie che forse non sono mai accadute.
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