Il protagonista di questo testo di David Javerbaum è proprio Dio in persona, un Dio che, anche se tecnologicamente all’avanguardia, viene dritto dritto dall’Antico Testamento, con la sua carica di violenza e di indifferenza ma che, anziché manifestarsi sotto forma di roveto ardente, sceglie i panni di un attore comico di fama televisiva.
Accompagnato da due angeli alati: Gabriele, un tutt’uno con una bibbia di Gutenberg che annuncia il nuovo dettato divino, e Michele che con un microfono intercetta le domande degli spettatori in platea, Egli torna sulla terra per annunciare al Genere Umano i suoi nuovi 10 comandamenti. Infatti si è reso conto che l’aver creato il mondo in sei giorni ha prodotto delle pecche. Perciò, molto seccato per come stanno andando le cose, ha deciso di riscrivere i Comandamenti, perché i precedenti non hanno sortito l’effetto desiderato.
Del resto, è lo stesso Dio a mettere in guardia dai tragici rischi che prendere sul serio le parole di un “Celebre bestseller che ha sbancato il mercato dell’editoria” ancora oggi comporta. Il Padreterno si preoccupa allora di spiegare il vero senso delle sue stesse parole, anche se lo sforzo espressivo del Creatore ha vita breve.
L’Onnipotente è soprattutto seccato e iracondo che le cose non abbiano funzionato nell’Universo che ha creato e ben presto rivelerà le sue vere intenzioni presentando il progetto di un Universo nuovo, dove il male è finalmente estirpato e il bene premiato, un altro Paradiso Terrestre dove ricominciare da capo. “È molto meglio, credetemi. Francamente, è la dimostrazione di quello che succede se lavori su un progetto per più di sei giorni.”
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