Lui è un grande attore, vanitoso e narciso.

All’inizio della commedia sappiamo che sta recitando con grande successo un suo testo davanti ai notabili della sua città. C’è sua moglie che rifiuta di partecipare alla festa, preferendo atteggiarsi a casalinga – e come tale è (mal)trattata dal marito vanesio, che è convinto che preferirebbe avere al proprio fianco una donna di mondo.

Solo che bel presto scopriamo che in realtà il testo è della “donna di casa”.

Attorno all’attore e alla casalinga intellettuale, si muovono i tipi dell’Italia di sempre: il barone comunista che non sa ragionare con la propria testa, un democristiano voltagabbana che è un poco di buono, un critico che aspetta l’imbeccata dai suoi capi, un’attrice vanitosa e una domestica che si fa servire.

Insomma, dietro la rispettabilità, si rivela un mondo molto più torbido, senza nessuno abbastanza sano e innocente da interpretare la parte dell’eroe. Salvo lei, forse, la donna di casa, che dietro quel suo schermo in apparenza umile nasconde lo sdegno e il rifiuto di ogni compromesso.

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